Non chiamatelo "piccolo"!
Ho valutato a lungo l'inserimento di un terzo strumento nella mia attrezzatura, tenendo conto delle caratteristiche molto diverse dei due strumenti già in mio possesso e del recente acquisto della ZWO 2600MM-PRO, col suo sensore APS-C e pixel da 3.8 micron (stessa misura della vecchia 1600MM-PRO). Questo tubo ottico dovrà fare da complemento al mio Celestron C9.25 ed allo Sharpstar 107/700. Il C9.25 è un SCT a focale lunga (1480 mm), che intrinsecamente "digerisce" a malapena un sensore formato APS-C, e solo dopo alcuni aggiustamenti per ottimizzare il campo, stretto fino a 0.9x0.6 gradi. Poi c'è il tripletto APO Sharpstar da 107 mm, che può essere usato alla focale nativa di 700 mm o ridotto, nel mio caso a circa 530 mm tramite riduttore Riccardi; in quest'ultima configurazione si ottiene un campo ben spianato di 2.54x1.7 gradi.
Il dilemma, tenendo conto anche del campionamento, era se acquistare un secondo rifrattore da 130 o 140 mm con focale vicina al metro...o se propendere invece per un rifrattore più piccolo del 107, con focale più corta (300-400 mm), adatto a riprendere tutti quei soggetti che non rientrano nel campo dello Sharpstar, come nebulose molto estese, ammassi aperti o porzioni di Via Lattea estiva.
Un rifrattore da 130 o 140 di diametro ha un peso tra i 10 e i 13 Kg quando pronto all'uso, e un braccio di leva importante che applica sull'asse di declinazione della montatura; tutto questo per un guadagno molto limitato in quanto a focale: 900-1000 mm piuttosto che 700 non sono certo chissà cosa, peraltro "simulabili" in parte con un crop della ripresa col 107 liscio...e la differenza di risoluzione tra un 107 ed un 130-140 sul deep-sky non è certo abissale.
Il costo di un tripletto APO da 130 o 140 di qualità è ALMENO nell'ordine dei 3000-5000 euro, cui deve per forza aggiungersi il costo di spianatori e riduttori dedicati, nel caso quelli in mio possesso non si possano adattare bene.
L'occhio mi cadeva da tempo sul "piccolo" Tecnosky AG 70/350 V2, un quadrupletto APO con un elemento in vetro FPL-53 ed uno in Lantanio e schema Petzval, che sulla carta offre alcune chicche da non sottovalutare: grazie al suo schema ottico ha un campo spianato fino a 45 mm di diametro, che quindi certo non teme un APS-C (28 mm di diametro), e soprattutto garantisce un campo inquadrato percentualmente ben più ampio di quello permesso dal mio 107 ridotto. Oltre a questo l'AG70 ha una meccanica senza compromessi per focheggiatore e tubo...tanto da sfiorare i 4 Kg...ed una lunghezza di circa 43 cm col paraluce estratto. Questione ottica a parte (non ho modo di fare paragoni) la versione V1 differiva per intubazione diversa e focheggiatore più piccolo.
In soldoni, il tubo in questione è pensato per astrofotografia ad ampio campo, senza necessità di spianatori, pronto all'uso e in grado di fornire inquadrature da teleobiettivo fotografico, con una luminosità nativa di f/5 ed una qualità superiore. Tutto questo ad un costo poco sopra i 1200 euro, meno di un terzo di quanto costerebbe "prendere l'altra strada" del grosso rifrattore, e senza alcun problema legato al suo montaggio sulla mia AZ-EQ6. Per affiancare quanto già in mio possesso ho scelto quindi di "guardare in basso", e solo in quanto a focale, non certo per qualità.
Adattatore M63/M48
Il Tecnosky AG70APO pronto all'uso, con fascia anticondensa e focheggiatore elettrico
Primo strumento nativamente spianato per me, una indubbia comodità
Lo Schema ottico Petzval si compone di quattro elementi ottici, un doppietto come obiettivo ed una seconda coppia che lavora distanziata, e che corregge le aberrazioni residue del doppietto a monte: il risultato è un campo ben spianato ed una correzione sulla carta superiore a qualunque tripletto, senza necessità alcuna di spianatori per stelle rotonde fino ai bordi. Un bonus conseguente è la possibilità di collegare direttamente una camera astronomica o DSLR senza preoccuparsi di alcun backfocus da rispettare: si va a fuoco, e basta, senza preoccuparsi di altro, esattamente come un obiettivo fotografico, il tutto ad f/5, che è una buona luminosità. Il punto di fuoco si trova, secondo quanto indicato da Tecnosky, a 66 mm dalla battuta M48, e il treno ottico utilizzabile dovrà quindi non essere più lungo; in sostanza, col mio treno ottico da circa 56 mm di lunghezza, è sufficiente estrarre il focheggiatore soltanto di circa 10 mm. Si recupera qualche mm eliminando l'adattatore M48, connettendosi direttamente al filetto M54,
Il tappo è in metallo con spessori morbidi, non a vite ma con ottima tenuta
Una volta estratto dall'imballo, lo strumento mostra subito i "muscoli" pur essendo soltanto un 70 mm, con un importante focheggiatore da 3 pollici dotato di rotatore integrato e tilter di serie; quest'ultimo permette regolazioni precisissime grazie all'insolita ed intelligente soluzione a 4 serie di viti di regolazione, al posto delle sole 3 solitamente presenti nei tilter...e questo si rivelerà utilissimo, come spiegherò più avanti.
Il grosso focheggiatore da 3 pollici, meccanicamente superbo
Il "fondamentale" tilter con quattro punti di regolazione e il raccordo M54-M48, rimovibile
Per quanto riguarda la meccanica, si apprezzano anelli di supporto ben lavorati CNC con utili fori filettati laterali (credo M6, non li ho misurati né utilizzati in alcun modo), adatti per l'installazione di accessori come mini-PC, powerbox o tubi guida, ed una comoda maniglia superiore con ricavata la slitta per accettare morsetti Vixen e, di nuovo, accessori vari. Svitando la vite di tenuta della maniglia sull'anello "anteriore" è possibile collassare il paraluce e ridurre le dimensioni di trasporto dell'AG70: è così che viene venduto, ma per quanto mi riguarda lo terrò fissato esteso, usando una borsa dedicata per gli spostamenti e la custodia, completo come visibile in foto.
Il paraluce è frizionato a mezzo tre piccoli grani a brugola, che consiglio di serrare bene almeno prima di fare i flat col tubo in verticale.
La maniglia con slitta incorporata, gli anelli ed uno dei tre grani del paraluce
Come va sul campo?
Una premessa è d'obbligo e ci tengo a farla: ho provato il tubo in questione limitandomi all'uso di una camera formato APS-C, e non posso quindi testimoniare alcunché riguardo l'utilizzo con un sensore full frame. Detto questo, tenere in mano questo tubo da 70 mm ed utilizzarlo sul campo è un piacere incredibile. Semplicemente non ci sono giochi, zero incertezze da parte del rotatore o del focheggiatore, fluido e pastoso nella sua limitata corsa di 30 mm, e la resa ottica è eccellente, con stelle molto molto fini e vignettatura davvero irrisoria, come confermato dai flat di calibrazione: si intuisce la progettazione pensata per sensori a pieno formato. Se siete abituati a tubi più lunghi, il campo inquadrato vi sembrerà "panoramico", ma l'estrema incisione delle ottiche ed i pixel piccoli delle moderne camere CMOS mostreranno dettagli sempre al limite del campionamento. Utilizzo una camera monocromatica, e ammetto di non poter ancora stabilire come si comporti in merito alle aberrazioni cromatiche, non avendo ancora svolto alcun lavoro completo in RGB; sicuramente, nei vari scatti di prova non ho notato differenze nei diametri o nella forma delle stelle, sia al centro che negli angoli estremi...e questo la dice lunga.
Il campo inquadrato su sensore IMX571: 3.84x2.57 gradi!
La Testa di cavallo al 100% di zoom (pixel reali) - singolo light da 600" ed autostretch
"Avvertenze prima dell'uso"
Certo, perché al primo utilizzo sul campo ho incontrato due inconvenienti, il primo banalmente risolvibile, il secondo...beh...meno facile.
Il primo: l'AG70 APO viene venduto con una barra Vixen in dotazione che è, ovviamente, ben adatta a sostenerlo, ma che ne impedisce il corretto bilanciamento in declinazione. Una volta montata la camera di ripresa (parliamo di APS-C raffreddata, se ci montate una 224MC planetaria è un altro discorso), il peso è troppo spostato indietro e la barra, così come montata, non consente di raggiungerlo: basterà montare la barra più arretrata sotto al tubo cambiando i fori utilizzati dagli anelli di supporto e il problema svanirà (in foto avevo già provveduto). Nel mio caso ho il focheggiatore Sesto Senso 2, che finisce quasi per interferire con le manopole di serraggio sulla testa della montatura (AZ-EQ6GT); in altri casi si può essere meno fortunati e si dovrà rialzare il tubo ottico sulla barra Vixen.
Il secondo "problema" non è certo imputabile a questo stupendo tubo ottico, ma se si è sfortunati o molto pignoli con la qualità delle stelle agli angoli estremi, andrà affrontato e risolto; ed è qui che entra in gioco il tilter integrato, perché parliamo di tilt nel sistema tubo/camera di ripresa. L'AG70 può sicuramente garantire stelle perfette fino agli angoli estremi anche di sensori molto ampi, ma la presenza del pur minimo tilt, di qualsiasi provenienza, tra asse del sensore ed asse ottico verrà evidenziata dalle stelle finissime, ed i più meticolosi (come me) dovranno spendere un bel po' di tempo per ridurlo o eliminarlo del tutto. Nel mio caso era inizialmente evidente, ed ho provveduto a ridurlo almeno in parte di giorno; poi ho perso un po' di tempo sotto alle stelle per ottimizzarlo...ma ancora non sono soddisfatto. Insomma apprezzerete il tilter integrato, e non poco, se per caso ne avrete bisogno. Visto il livello dell'ottica e della correzione che è in grado di fornire, direi che questo "70ino" se lo merita. Però è un lavoraccio.
Conclusioni
E' un prodotto di alto livello, intrinsecamente destinato a chi accetta di spendere circa 1200 Euro per un "piccolo" 70 mm, proprio mentre il mercato viene aggredito da tubi rifrattori di grande diametro a prezzi impensabili fino a 5 anni fa. E' meccanicamente notevole, otticamente performante e decisamente pesante in rapporto al diametro: altri 70 mm vanno senza problemi a far foto sopra un astroiseguitore, mentre questo qui...sarà lui ad inseguire voi se solo ci provate con lui. E' un 350 mm di focale, quindi da il meglio di sé per i campi larghi con sensori medio grandi...ma non sarebbe male abbinato ad una camerina con sensore piccolo e pixel piccolissimi, per massima risoluzione, campo apparente più stretto e agilità nel trasporto. E' fondamentale dotarlo di messa a fuoco elettrica da far effettuare in automatico, e periodicamente ripetuta durante le riprese dai vari software di imaging deep sky, perché non tollera la minima sfocatura. Caricato con la sua guida e gli altri accessori per fare astrofotografia di sicuro siamo intorno ai 6 Kg, non 4. Può rendersi necessario ottimizzare il campo usando il tilter integrato, questo si.
Da ora mentre scrivo, conto di partire con il primo progetto fotografico studiato per questo Tecnosky AG70, un prodotto che sembra una di quelle ottiche che si tengono tutta la vita, mentre altre sono solo "di passaggio".